Informazioni personali

Aree mediche di interesse Medico specialista in Ginecologia e Ostetricia. Le mie aree di interesse sono: • Ginecologia endocrinologica: cicli irregolari, iperprolattinemia, patologie da stress, policistosi ovarica, correlazione con altri problemi endocrini, disturbi del sonno • Infertilità: approccio globale, dalla micronutrizione ai problemi endocrini • Patologia della gravidanza: problemi tiroidei, diabete, ipertensione, ansia e stress, gestione del rischio di parto prematuro • Menopausa • Alimentazione • Psicosomatica • Anti aging: prevenzione delle patologie da invecchiamento • Cronobiologia e alterazione dei ritmi circadiani e mensili • Disturbi alimentari: anoressia, bulimia, disturbo da alimentazione compulsiva • Disturbo da stress post traumatico (anche dopo il parto) • Fitoterapia (per approfondire leggi il mio curriculum completo)

sabato 4 aprile 2020

Le strategie vincenti di fronte alle situazioni negative, non solo contro il coronavirus. Vediamo cosa possiamo cominciare a fare

(Foto Pixabay)
Dal punto emotivo le strategie vincenti si chiamano in termine tecnico capacità di coping, cioè le capacità di stare con l’evento

Cioè, ammesso che la vita riserva sempre cose negative, che cioè umani dobbiamo far fronte a cose belle ma anche brutte, che ci possono essere, malattie e morti ma acne, licenziamenti, lutti, attacchi terroristici, figli diversi da come li vorremmo, limitazioni fisiche o delusioni amorose, tradimenti della fiducia e abbandoni... e la lista si estende. Ma come reagiamo?

E se le nostre reazioni sono cosi importanti da farci ammalare, da raccorciarci la vita a e aumentare rischi di cardiopatie di cancri ecc. è bene chiedersi: come reagiamo?

Cerchiamo quindi di vedere quale può essere una modalità di reazione positiva (di fronte a qualcosa di negativo, appunto)

Cominciamo con il dire le cose da NON fare

1 Sbronzarsi

Vi sembrerà una cosa stupida ma buttarsi a capofitto nell'alcol o in qualunque tipo di droga non è una buona soluzione, anche se purtroppo spesso adottata. Pare che gli uomini siano più a rischio delle donne

2 Ruminare (ripensare in continuazione a fatti negativi)

La ruminazione è oggetto di moltissimi studi ed è stato dimostrato che è veramente grave (x la salute)

Le donne la usano più degli uomini pare, significa pensare sempre al fatto (negativo), parlare solo del fatto (negativo) accendere la tv e ascoltare solo i report (negativi), aprire il telefonino e leggere i messaggi negativi (infatti cerco di farne uno positivo per non peggiorare la vostra salute), telefonare all’amica e commentare il fatto negativo. poi chiamare una persona dopo l'altra e condividere le idee del blog della amica, la sera ripetere i commenti negativi e i commenti dell’amica uno e della amica due con i nostri commenti al partner che a suo volta può intromettersi e commentare a sua volta i fatti negativi. Insomma ruminare ovvero moltiplicare il negativo.

Oppure ruminare da soli tutto il giorno

Il termine ruminare non lo ho inventato io, è un termine scientifico per descrivere questa cattiva capacità di coping.

La ruminazione è associata a sintomi depressivi e all’ansia, mi pare evidente

È associata anche a deficit di concentrazione, vuoti di memoria, rende impossibile staccarsi dall’evento e guardare con un altro sguardo che permetta di trovare una strategia migliore, mantiene una modalità di trattamento dell’informazione deleterio, perché ci si focalizza solo sugli aspetti negativi.

E persino pare che la ruminazione sia in grado di indurre delle modificazioni epigenetiche di un gene che è in gioco nei sintomi depressivi.

Approfondisci la ruminazione mentale


3 Negare

Secondo Kubler Rosso che è una grandissima donna che per prima si è interessata alle reazioni davanti al morire, dice che la prima reazione e di fronte qualcosa che non vorremmo è dire: non è vero, non è cosi, si sono sbagliati tutti, ecc.

La negazione ci protegge per un poco, ma poi prima o poi dobbiamo fare i conti con la realtà (salvo sprofondare allora ai lidi della follia dove naturalmente possiamo dire che non è vero nulla, che noi siamo Cristoforo Colombo o Napoleone, ma che ci vede poi confinati in un ospedale psichiatrico) o prendere atto della realtà per quanto brutta sia.

4 Pensare di essere onnipotenti e invincibili

Anche questa è una posizione pericolosa e non è una buona strategia di coping, nell'antichità era considerata la più pericolosa; i greci la chiamavano ubris, vuol dire non riconoscere che siamo creature e non degli dei

Farsi simili agli dei e non delle creature che si riconoscono tali pare sia stato il peccato di due che si mangiarono una mela per sentirsi come dei. Dopodiché sappiamo come andò la storia: da allora tutte le conquiste, tutti i parti, tutti i raccolti tutte le grandi opere costeranno fatica per ottenerle, (dal mietere il grano a scolpire o dipingere o inventare o costruire).

Dio si vide persino costretto a fornire ai due in questione anche una pelle nuova, una specie di vestito da indossare per andare in giro vestiti perché non avevano più neanche la dignità di guardarsi.

Quali sono allora le strategie positive?

Tutti dicono che un ammortizzatore dei colpi è il sostegno sociale

Moltissimi studi hanno mostrato gli effetti positivi sula salute fisica e mentale, tanto rispetto alle condizioni cardiovascolari quanto alla depressione di sentire un appoggio affettivo e del gruppo; il sostegno funziona al massimo se è fornito da una persona cui facciamo fiducia

Ma alla fin fine siamo noi soli a far fronte agli eventi negativi

È stato coniato un termine che dice la capacitò di far fronte, senza durezza e senza soccombere: è la resilienza

Ed ecco i fattori che permettono la resilienza

1 Essere ancora capaci di emozioni positive, guardare il fiorellino che spunta tra le crepe dei muri vedere le gemme sugli alberi, sentire una musica o gustare un cibo, non importa quanto costoso e stellato sia, ma che magari ci ricorda l’infanzia o alcuni momenti piacevoli passati.

2 La capacità di porsi dei limiti: se non posso allenarmi per vincere la maratona, posso fare mezz’ora di yoga sul tappeto di casa non è la stessa cosa ma per oggi mi posso accontentare e mi fa stare meglio

3 Ridurre le aspettative su di sé. Non pretendere troppo da sé stessi senza rinunciare a migliorarsi

Occuparsi degli altri, prendersi cura dei bambini. dei genitori, di un vicino che ha bisogno… tutti i giorni un piccolo gesto un po’ di tempo per gli altri. Mi fa sentire utile e meno solo

5  Cercare di vedere il bicchiere mezzo pieno, si sono chiuso in casa, ma non sono qui perché costretto da un dolore, da un male terribile, la cosa è più accettabile

Se diciamo come Woody Allen: "Vedo sempre il bicchiere mezzo pieno… di veleno però”, beh, questo non aiuta. Di di certo meglio dire, come era solita mia madre: “A Mohacs abbiamo perso di più “, ricordando una famosa battaglia in cui i turchi conquistarono l’Ungheria spazzando via tutto, (Mohacs adesso infatti è in Romania, agli ungheresi è rimasta solo l’espressione linguistica. La battaglia si combatté nel 1526 e tra le conseguenze, negli anni successivi, ci fu la spartizione dell'Ungheria tra Asburgo e Impero Ottomano)

Insomma è necessario a riesaminare il problema che ci crea difficoltà e contestualizzarlo in una luce più positiva. Questo richiede un atteggiamento positivo verso la realtà. Atteggiamento che obbliga  a fare uso di informazioni e conoscenze. Cerco di informarmi per capire a affrontare il problema. Per trovare una giusta prospettiva. Quindi lavoro per potere riformulare in modo positivo il problema, accentando e comprendendo la situazione, ma anche affrontandola in modo più utile e positivo per superarla.

Le tre parole chiave sono Cognitive reappraisal, positive reframing e acceptance

Ma alla fine, tutti gli studi concordano che occorre per poter fare questa riformulazione del problema in una luce più positiva e accettare di fare il possibile anche se non è tutto, occorre avere:

a sense of purpose in life

a moral compass

spirituality

the ability to find meaning in the midst of trauma


Che tradotto significa avere il senso dello scopo della propria vita, una bussola morale, una spiritualità e la capacità di trovare un senso anche nella nebbia del trauma

E se cercassimo questo adesso? Anche nella nostra vita quotidiana

Buon lavoro allora!