Informazioni personali

Aree mediche di interesse Medico specialista in Ginecologia e Ostetricia. Le mie aree di interesse sono: • Ginecologia endocrinologica: cicli irregolari, iperprolattinemia, patologie da stress, policistosi ovarica, correlazione con altri problemi endocrini, disturbi del sonno • Infertilità: approccio globale, dalla micronutrizione ai problemi endocrini • Patologia della gravidanza: problemi tiroidei, diabete, ipertensione, ansia e stress, gestione del rischio di parto prematuro • Menopausa • Alimentazione • Psicosomatica • Anti aging: prevenzione delle patologie da invecchiamento • Cronobiologia e alterazione dei ritmi circadiani e mensili • Disturbi alimentari: anoressia, bulimia, disturbo da alimentazione compulsiva • Disturbo da stress post traumatico (anche dopo il parto) • Fitoterapia (per approfondire leggi il mio curriculum completo)

mercoledì 9 novembre 2022

I fiori di Bach: un incontro per conoscerli e saperli usare

I fiori di Bach, come usarli nel modo migliore e non per sentito dire. Vi propongo un incontro. Per informazioni potete scrivere (dopo avere letto tutto qui sotto) a susanna.colorni@gmail.com









giovedì 5 maggio 2022

Il mughetto, quel fiore cardiotonico, simbolo della fedeltà coniugale e dei buoni comportamenti

Mughetto (Pixabay)

 È passato da poco 1° Maggio che in Francia, oltre a essere la Festa del Lavoro, è anche la Festa del Mughetto.

La tradizione di donare un mazzolino di mughetto alle donne francesi risale al 1561, quando Carlo IX iniziò a regalarlo a tutte le dame di corte, dopo averlo ricevuto egli stesso come portafortuna. 

La data del 1° Maggio riprende anche le feste più antiche che celebravano il ritorno della primavera.

Ormai in Francia il mughet
to viene donato anche tra amiche, sorelle, conoscenti, ma una volta, quando era una vera e propria dichiarazione d’amore, le donne rischiavano di essere svegliate all’alba dal pretendente più mattiniero e intraprendente!

Ma a cosa serve il Mughetto (Convallaria Majalis, cioè giglio delle valli che fiorisce a maggio) come pianta curativa?

Dall’antichità era nota come medicina cardiotonica

Attenzione quindi, perché può anche essere tossico per il contenuto di glicosidi cardioattivi e va dunque assunto sotto controllo medico.

E a livello più spirituale ? guardiamo la pianta: i fiorellini sono perfettamente allineati come le foglie alternate sullo stelo. 

Mughetto (Pixabay)

Il mughetto ha a che fare con il significato della rettitudine.

E diventato il simbolo della fedeltà nel matrimonio cioè della correttezza nelle relazioni, (coniugali in primis) non diciamo forse di una persona giusta e onesta che è una persona ‘retta’‘? 

Nel corpo umano è la colonna vertebrale che ci tiene diritti, retti.

‘Stai dritto’ dicevano le mamme per evitare le storture della schiena ma anche  raddrizzati sul tuo percorso: ed ecco il mughetto che ci aiuta a riprendere la postura,  allinea le vertebre! 

Una pianta che offre un aiuto eccezionale agli gli osteopati ma anche a tutti noi se vogliamo mantenerci dritti cioè retti cioè con una intenzione pura (fiore x le spose) di cuore. 

 Auguri a tutti i retti di cuore

giovedì 27 gennaio 2022

Una nuova visione della menopausa. Che le donne devono conoscere


La menopausa si presenta con una grande varietà di sintomi. Alcune donne soffrono di più di altre. E in alcune popolazioni alcuni sintomi sono più menzionati di altri, per esempio le donne giapponesi si lamentano di più per la rigidità del collo e delle spalle mentre le donne europee si lamentano di più per le vampate di calore. C’è chi lamenta un aumento di peso, variabilità dell’umore, riduzione del tono dell’umore, perdita del tono muscolare, stanchezza…

Insomma una caterva di sintomi. E a questi vanno aggiunti i disturbi del sonno, disturbi della fame e via dicendo

C’è chi è arrivato addirittura a dire che esistono tante menopause e diverse quante sono le donne… Ma se invece fosse il contrario e ci fosse un unico centro regolatore e che tutti i diversi disturbi si riassumessero in uno unico problema, a uno snodo cruciale? I riflessi soggettivi sono importanti, ma se fossero tutti riconducibili a un unico centro?

Oggi sappiamo che è così

Ci sono dei neuroni (sono gli stessi che sono coinvolti nell’ avvio della pubertà) che trasmettano il segnale che arriverà poi fino alle ovaie e agli ormoni sessuali

Si chiamano neuroni della kisspeptina

La kisspeptina viene liberata da neuroni che sono nell’ipotalamo, sono presenti in due diversi nuclei ipotalamici (AVPV e ARC), a loro volta questi neuroni stabiliscono un contatto diretto con i neuroni che producono GnRH, il principale peptide che stimola la secrezione dell’ormone luteinizzante (LH) e dell’ormone follicolo-stimolante (FSH). Che a loro volta controllano la produzione ovarica o testicolare.

Le femmine però hanno una quantità di Kiss nettamente maggiore rispetto ai maschi, a conferma di come l’encefalo dei maschi e delle femmine può differire.

Questo peptidi, che chiamiamo brevemente Kiss, non raggiungono solo il centro del GnRh (riproduzione ) ma si proiettano ad altri nuclei; e si distribuiscono in maniera eterogenea, concentrandosi in una specifica zona, chiamata “parvocellulare”, sede delle cellule a TRH ( che comanda gli ormoni della tiroide) e delle cellule che producono CRH, (che comanda il cortisolo e il sistema dello stress): due sistemi fortemente coinvolti nel controllo metabolico.

Questo significa che a un picco ormonale del GnRh (che regola la produzione dell’ovaio o del testicolo) corrisponde un aumento del controllo della Kisspeptina sugli altri sistemi presenti nel Nucleo Paraventricolare (PVN) cioè tiroide e stress

Ma non dimentichiamo che il PVN è anche la sede nevralgica del controllo metabolico.

Ecco quindi il primo messaggio: tramite la Kisspeptina si stabilisce una sorta di interconnessione tra il controllo riproduttivo e quello metabolico.

Questo perché la fertilità deve essere agganciata alla disponibilità di energia.

Il cervello deve integrare differenti informazioni affinché la riproduzione sia possibile, e nelle femmine bisogna pensare anche alla gravidanza e poi all’allattamento.

Per esempio l’insulina, il glucosio e la leptina segnalano al cervello la presenza di riserve di zuccheri e grassi sufficienti.

Per questa ragione si riscontra spesso nelle ragazze che praticano sport agonistico, e che dunque hanno una minore riserva di grasso, un ritardo dell’inizio della pubertà. O si determinano alterazioni del ciclo.

Cosi come sappiamo che le carenze alimentari, di cui l’anoressia è la forma estrema, comportano la scomparsa delle mestruazioni.

Il nome Kiss viene dei baci di Harley ed è quanto mai azzeccata perché interviene anche nello stimolare il desiderio sessuale.

Nel 1996 il gruppo di Danny Welch, della Pennsylvania State University, a Hershey, aveva puntato l’obiettivo su questo messaggero, sebbene in un contesto del tutto diverso. Gli oncologi si erano infatti imbattuti in questa proteina mentre erano alla ricerca di sostanze che inibissero la crescita tumorale. Per darle il nome si erano ispirati ai «baci di Hershey», le praline al cioccolato conosciute in tutto il mondo: con il senno di poi, una scelta felice perché appunto i neuroni kisspeptina coinvolgono anche la vita sessuale.

Immaginiamo allora questi neuroni a kisspeptina come una stazione di interscambio in un nodo ferroviario che connette il sistema nervoso con il sistema endocrino, e il sistema riproduttivo al metabolismo e alla disponibilità di energia, fondamentale per la riproduzione.

Cioè la kisspeptina è interconnessa con il controllo metabolico degli altri sistemi che regolano le funzioni vitali dell’organismo.

la fertilità deve essere agganciata alla disponibilità di energia. Ma anche lo stress, cosi come i problemi di tiroide che determinano quanta energia bruciamo, possono alterare la riproduzione. In altri termini , il cervello deve integrare differenti informazioni affinché la riproduzione sia possibile

Alla menopausa viene a mancare la produzione ovarica degli estrogeni che, come abbiamo detto, risulta essere un segnale importantissimo fra i molti che regolano di concerto i neuroni kisspeptina

E questi neuroni alterano i loro segnali. Ma cosa vuol dire alterano?

Per capire meglio ed è necessario cambiare il paradigma cioè cambiare la visione del problema e per questo dobbiamo introdurre un’altra dimensione che è quella del tempo e dell’oscillazione delle funzioni biologiche: in termini scientifici parliamo di ritmi.

I ritmi sono una proprietà fondamentale delle cellule viventi: ogni cellula eucariota presenta un orologio endogeno

Questi orologi a livello cellulare possono essere concettualizzati come oscillatori la cui fase viene settata ogni giorno da segnali interni come gli ormoni e segnali esterni come la luce o l’assunzione del cibo

Inoltre, dato che le oscillazioni di ogni cellula devono essere coordinate con quelle delle cellule degli altri organi, ci sono degli orologi centrali, dei direttori di orchestra, a loro volta sensibili agli input del mondo esterno come luce e cibo

SCN (Nucleo soprachiasmatico)

il primo di questi orologi biologici nei mammiferi si trova nell’ipotalamo anteriore che viene denominato nucleo soprachiasmatico, SCN.

Nei mammiferi il nucleo SCN funziona proprio come un direttore d'orchestra che distribuisce il tempo e mette in fase gli orologi periferici distribuiti in tutto il corpo. Ma esistono anche altri direttori d’orchestra nell’intestino, che rispondono all’assunzione di cibo, o nel cervello come i ”neuroni a orexina” di cui parleremo in altre occasioni.

Gli oscillatori circadiani sono guidati da dei circuiti, dei “loop” di trascrizione traslazione che coinvolgono un set di geni che noi chiamiamo geni clock.

La loro scoperta ha valso il premio Nobel; il punto è che sono geni cioè il tempo è ben reale ed è prodotto dal nostro codice genetico.

Il nucleo SCN riceve input circa l’intensità luminosa attraverso la retina cosi da allinearsi alla luce buio; a sua volta il SCN trasmette il ritmo alle cellule nel cervello e nel resto del corpo cioè setta la fase degli oscillatori periferici del cuore, del fegato, nelle arterie, nell’intestino in modo coordinato: a loro volta gli orologi periferici regolano l’espressione di centinaia di geni che controllano per esempio il programma metabolico che ha una priorità catabolica di consumo energetico durante lo stato di veglia inversamente un metabolismo anabolico di risparmio energetico durante la fase di sonno

I meccanismi con cui il nucleo soprachiasmatico controlla gli orologi periferici non sono tutti chiariti ma sicuramente coinvolgono la regolazione del sistema nervoso (quello autonomo nelle sue branche vegetativa e simpatica) e attraverso segnali ormonali.

Ora sappiamo che nei topi femmina, in cui il gene clock sia stato distrutto non hanno più la fase dell’estro, cioè non hanno più l’ovulazione.

Questo significa che la funzione dei geni circadiani e i segnali estrogenici sono strettamente interconnessi.

Ma c’è un problema: il nucleo soprachiasmatico non sembra essere il sensore degli estrogeni e allora come fanno a coordinarsi gli estrogeni e i ritmi circadiani?

Possono perché il nucleo SCN comunica con altre aree ipotalamiche e extra ipotalamiche che a loro volta possiedono dei geni clock e su queste aree agiscono gli estrogeni.

Ed eccoci ai neuroni a kisspeptine. In particolare il cluster kisspeptine nell’ipotalamo sembra funzionare da sensore.

I neuroni a Kiss1ARH forniscono una via attraverso cui gli ormoni sessuali influenzano TUTTE le funzioni che dipendono dall’orologio del SCN. Cioè tutte!

Abbiamo detto poi che l’attività dei neuroni Kiss oltre agli ormoni sessuali è influenzata dallo stato energetico (una connessione che serve a bloccare la fertilità quando la bilancia energetica è negativa) ma anche i neuroni Kiss nelle femmine intervengono anche in una chiave centrale di attivazione -inibizione circadiana di molti processi fisiologici e comportamentali.

I neuroni a kisspeptine intervengono nella regolazione dei ritmi circadiani e del metabolismo. Questo permette per esempio che il picco dell’LH ovulatorio, cioè l’ovulazione, avvenga in una stretta finestra temporale che precede la fase attiva (nelle donne è di notte) e dovuta a un input dal SCN ai neuroni a Kisspeptine.

E gli altri effetti?

Gli esperimenti sui topi in cui questi geni vengono silenziati ci mostrano le conseguenze li vediamo in negativo alla menopausa.

1 L‘aumento di peso

I neuroni Kiss1ARH - sensibili agli estrogeni -influenzano la fase circadiana dell’assunzione di cibo e dell’omeostasi del peso

Infatti le femmine in cui sono stati silenziati questi neuroni Kiss1ARH sono obese anche se non mangiano di più rispetto agli esemplari di topi femmine di controllo, ma presentano dei pattern (schemi) alimentari completamente aritmici e noi sappiamo che mangiare fuori fase rispetto al normale ciclo giorno, causa alterazioni circadiane nel metabolismo che sono responsabili dell’obesità

2 Alterazione del pattern di attività locomotoria, aumento della stanchezza

I neuroni Kiss1ARH influenzano la fase di attività

I topi in cui sono stati silenziati questi neuroni Kiss sono meno attivi indipendentemente dal livello di estrogeni è un decremento drammatico della loro attività ed questo è del tutto inaspettato perché muoversi per i roditori rappresenta un’attività gratificante; non si sa se è dovuto a aumento della percezione della fatica o un diminuito interesse a muoversi: di fatto i topi in cui sono stati silenziati i neuroni Kiss1ARH, nonostante assumano un uguale contenuto calorico dei controlli aumentano di peso anche per una diminuita attività fisica

3 Alterazione della temperatura basale e vampate di calore

I neuroni Kiss1ARH influenzano la fase di attività

Anche la temperature basale corporea è sotto controllo circadiano diretto aumenta anche con l’attività locomotoria ma anche i neuroni a kisspeptine sono coinvolti nella regolazione della temperatura.

Per esempio c’è un ritmo circadiano nelle vampate con un picco nel pomeriggio o nelle ore serali

Se la caduta degli estrogeni è brusca, per esempio dopo un’asportazione delle ovaie, sensibilizza i neuroni Kiss1ARH ancora più severamente, ed è noto a tutti che una menopausa brusca peggiora le vampate

4 Alterazione del sonno

I neuroni Kiss1ARH influenzano la fase di veglia

Anche il sonno presenta delle fasi circadiane e il segnale dei neuroni Kiss1ARH è necessario per lo stato di veglia.

L’insonnia è uno dei sintomi tipici della menopausa

Il ritmo circadiano della melatonina è anch’esso strettamente sincronizzato con le ore di sonno inoltre ricordiamo di passaggio che la secrezione endogena di melatonina si riduce con l’età in entrambi i generi, ma la menopausa nelle donne si accompagna a una riduzione più significativa della melatonina e l’Insonnia nella menopausa è uno dei maggiori lamenti.

Conclusione

Gli esperimenti sui topi in cui si sia messo a tacere il segnale dei neuroni a kiss (Kiss1ARH silenced mice), presentano alterazioni nella regolazione del ritmi circadiani dell’assunzione del cibo, del sonno e della temperatura basale senza che vi sia una alterazione della espressione circadiana globale dei geni clock nel nucleo soprachiasmatico. Cioè tutti i sintomi della menopausa si ottengono silenziando questi neuroni senza modificare il comportamento generale delle altre funzioni.

Allora? Possiamo regolare di nuovo i neuroni a kisspeptine?

Certo possiamo fare molte cose

1 Possiamo ridare il segnale degli estrogeni, ma sarà importante darlo in senso circadiano se vogliamo davvero avere un effetto cioè sapere a che ora dare gli estrogeni, come controllare l’assorbimento, come aiutare il fegato a eliminarli…

2 Possiamo cercare di agire direttamente sui neuroni a kisspeptine: recentemente è stato scoperto che una pianta (come sapete curo molto con la fitoterapia) agisce direttamente sui neuroni a kisspeptine, ma solo se data a una certa ora del giorno.

La pianta, nota fin dall’antichità è il Crocus sativus (lo zafferano) ma agisce sui kissneuroni solo un una fase del giorno.

3 Possiamo rinforzare il segnale degli altri ritmi del nucleo centrale SCN in modo da rinforzare il segnale indipendentemente dagli estrogeni , cioè rinforzare il segnale di luce buio o quello della attività e quello dell’assunzione del cibo. Che, tradotto, vuol dire avere luce di giorno e dormire al buio di notte, mangiare di giorno in fase con la luce e digiunare con il buio, fare sport di giorno.

Ma ancora un problema resta ed è l’invecchiamento globale che modifica di per sé i ritmi, altera i ritmi dell’infiammazione e della ossidazione cellulare…

Molte alterazioni sono dovute a un problema di invecchiamento del sistema dei geni clock , non lo affrontiamo qui ma vorrei muovere da una visione puramente estrogeno-centrica (tutti i guai della menopausa vengono dalla carenza degli estrogeni) a una visione di alterazione globale di ritmi che ho cercato di fare parlando dei neuroni a Kisspeptine per poi ricollocarla in una visione ancora più ampia delle alterazione dei ritmi nell’invecchiamento. Al prossimo post



venerdì 17 dicembre 2021

Gesù e Giovanni protagonisti già nel grembo materno. Duemila anni dopo sappiamo che questo è scientificamente giusto

Maria va da Elisabetta e questa le dice: "...Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo..." (Vangelo di Luca). - Giotto, La Visitazione, Cappella degli Scrovegni, particolare

Nella storia e nella mitologia quando si parla di eroi si racconta di nascite miracolose e spettacolari , condite di episodi premonitori, ma di Gesù il Vangelo narra di una nascita nella nullità, insiste sulla povertà. E chi può essere presente?  Solo due animali simbolici: l’asino (l’obbedienza capace di ascolto) e il bue (la forza messa a servizio di un lavoro buono). E poi oltre alla madre, Maria, san Giuseppe nel suo ruolo di padre, cioè di protettore garante della vita e dell’iscrizione in una linea di genealogia che se non è biologica è putativa-simbolica (la genealogia di Davide). E compaiono dei pastori capaci di ascoltare le stelle, di guardare il cielo nelle lunghe notti all'aperto, loro che erano gli ultimi nella scala sociale.

Ma c’è un’altra particolarità nel Vangelo, nel cristianesimo, quindi: si comincia a parlare di Gesù prima della nascita. Gesù comincia a esistere (come protagonista, si può dire) nel mondo dal concepimento,  ha una vita nel mondo incarnato già prima di nascere, come embrione e come feto, e questo è una grande novità. Una prima assoluta.  

E se questo valore dato alla vita fetale non fosse chiaro basta leggere là dove, nel corso della visita di Maria a sua cugina Elisabetta,  nel Vangelo si dice che il piccolo Giovanni, feto nel grembo  di Elisabetta, sussultò di gioia.  

Il bambino nella pancia della mamma riconosce e gioisce e sussulta di gioia all’incontro con Gesù che è anche lui ancora in utero. 

Incredibile! Duemila anni fa si riconosce che il feto è capace di emozioni, percezioni e di rispondere ad esse!

E ce ne sono voluti altri duemila di anni perché anche noi arrivassimo a dimostrare scientificamente che il feto, sente ascolta, soffre, prova dolore o paura o gioia. E che risente delle emozioni materne e le fissa nella memoria. Anzi, ne resterà impregnato per tutta la vita.

Una  prova convincente, in tale senso, è arrivata con gli studi sui bambini  nati da madri che hanno vissuto il crollo delle Torri gemelle di New York e il conseguente trauma, dovuto allo spavento per un evento così terribile.  

Queste donne sono state testate quando erano incinte,  subito dopo il trauma. Sono state analizzate le loro risposte e misurato il loro stress. E poi, quando  hanno partorito, sono stati valutati i bambini: ebbene i piccoli le cui madri erano al terzo trimestre di gravidanza hanno mostrato una modificazione importante  dello loro stato di allerta, proporzionale allo stress registrato dalle madri. Risultano stressati di base sempre più degli altri bambini, ma incapaci di rispondere a uno stress ulteriore quando si presenta. 

Questo tipo di alterazione - già descritta nei sopravvissuti dei campi di sterminio - si mantiene poi per tutta la vita con conseguenza gravi sullo stato di salute.

Di Gesù si comincia a parlare già dal concepimento e non dalla nascita e si dice di  Giovanni , un feto, che sussultò in utero percependo la presenza del cugino nel ventre di Maria, cioè che comprese, provò emozioni, si rallegrò. Forse possiamo riflettere anche su questo.


giovedì 22 aprile 2021

L'endometriosi si può curare. Alcune cose che le donne devono sapere

Foto Pixabay

L’endometriosi si può curare. Questo è un punto fermo per quanto riguarda una patologia colpisce almeno 180 milioni di donne nel mondo. Un numero impressionante. Moltissime donne a causa dei dolori mestruali sono costrette a stare a casa dal lavoro o non riescono ad andare a scuola. Oppure non riescono a concepire. Eppure si può curare.

Personalmente ho seguito talmente tanti casi da aver anche depositato un brevetto in merito.

Ma che cos’è l’endometriosi?

L’endometrio è lo strato interno dell’utero. Uno strato di cellule molto molto specializzate che, secondo gli andamenti degli ordini ricevuti dagli ormoni cresce e si sviluppa, si prepara per accogliere l’embrione e poi, se non c’è un inizio di gravidanza, si sfalda dando luogo a un sanguinamento che noi chiamiamo mestruazione. 

Ora, queste cellule dell’endometrio possono trovarsi anche al di fuori dell’utero. In vari punti all’interno (quasi) sempre dell’addome: sulla tube, ovaie, intestino. Sono cioè cellule normali ma fuori sede, localizzate nel posto sbagliato

Una volta si diceva che queste cellule erano finite "per sbaglio" fuori dell’utero nel corso delle prime mestruazioni. Oggi si sa che sono lì da quando la donna  era feto, ovvero si nasce così, con l’endometriosi, cioè con delle cellule dell’endometrio localizzate anche fuori dell’utero.

La causa? Le sostanze inquinanti? I perturbatori endocrinologici? Le ricerche sono in corso ma è certo che non tutte le donne con cellule endometriosiche svilupperanno la malattia.

Mi spiego meglio

In alcuni casi avere l’endometriosi dà origine  a una serie di sintomi, di cui il primo è il più noto è quello dei dolori al momento delle mestruazioni. Dolori molto forti lancinanti che si ripetono ogni mestruo e che rendono la vita di molte donne impossibile. A volte i dolori compaiono anche all’ovulazione a volte anche durante i rapporti sessuali. 

A questo va aggiunto che quando arriva il momento di cercare i figli queste cellule dell’endometrio fuori dell’endometrio possono addirittura creare problemi di infertilità. E anche ricorrendo a tecniche di fecondazione in vitro, l'essere affetta una endometriosi in stadio avanzato secondo l’associazione mondiale degli ostetrici ginecologi rende i risultati ancora più bassi di quanto previsto. Inoltre le gravidanze nelle donne con endometriosi presentano più complicazioni delle altre. 

Esistono però persone che hanno l’endometriosi ma non hanno nessun problema, nessun disturbo.

Non è non è stato semplice dimostrarlo perché, ovviamente, se una persona sta bene non va dal medico, né va a cercare le cellule endometriosiche all’interno dell’addome. La dimostrazione delle cellule endometriosiche infatti si può fare solo al microscopio e una persona sana, che non è motivata da dolore o da infertilità, non si sottopone di certo a una anestesia generale per farsi guardare dentro la l’addome.

Per questo, dato che anche eticamente è difficile proporre di eseguire una laparoscopia a gente che si presenta sana, i ricercatori hanno chiesto a donne che erano intenzionate a chiudere le tube, come metodo di contraccezione definitiva, legale negli Stati Uniti, se potevano controllare la presenza di cellule endometriosiche, così come  a donne che facevano la laparoscopia per altre ragioni.

Il risultato è stato sorprendente, donne sane che non avevano problemi di infertilità, che anzi chiedevano di chiudere le tube come contraccettivo definitivo  avevano l’endometriosi. Ci si aspettava che fosse una malattia delle donne sterili e la si trova in donne sane! Cosa vuol dire? 

Esisterebbero, quindi, due tipi di endometriosi: una silente innocua presente dalla nascita e una che a un certo punto della vita, dà dolori durante le mestruazioni, crea problemi di infertilità, si allarga e se operata in un punto, si riattiva magari in un altro.

La risposta viene da ulteriori studi: non è l’endometriosi in sé a dare problemi, ma se queste cellule fuori sede vengono attivate, sollecitate da batteri, virus,  sostanze tossiche o altro diventano anomale, proliferano, si estendono dando dolori e interferendo con la fertilità. 

Qui sta la mia scoperta

Se le chirurgia è raccomandata per aumentare il tasso di gravidanze perché asporta i focolai di cellule endometriosiche, spesso le lesioni si riformano. A volte poi non serve operare se le misure delle cisti o delle lesioni lo consentono (è chiaro che oltre un certo volume bisogna operare per forza). Di fatto bisogna curare,  togliere il fattore o i fattori che possono averla attivata e permettere alle cellule endometriosiche di ritornare quiescenti tranquille, insomma "spente"

E questo è possibile! 

Nei prossimi post, su questo blog, vedremo che servono due passaggi: serve identificare il fattore che ha attivato le cellule endometriosiche, eliminarlo e infine spegnere la risposta infiammatoria delle cellule endometriosiche stesse. 

Il risultato? Non più dolori, possibilità di gravidanza...

A volte l’endometriosi non si riattiva mai più, i problemi spariscono e le gravidanze si succedono. A volte può succedere che un nuovo fattore, o un vecchio che ricompare, le attivi di nuovo. Ma allora la cura è possibile di nuovo e la guarigione è totale. 


giovedì 15 aprile 2021

L’occhio del dio Horus. Se il vaccino funziona dipende anche da noi

Vedere un’immagine non è una diagnosi anche se anche se può essere indicativo. Certo, nella storia della medicina il potere dello sguardo è sempre stato riconosciuto costitutivo dello sguardo medico.

Per gli antichi egizi il dio Horus della medicina era rappresentato con un Occhio e questo Occhio è diventato la R che scriviamo in cima a tutte le ricette (anche se può essere la R di recipe,  prendi dal latino, il geroglifico dell’occhio è identico)

Uno sguardo che permetteva di fare le diagnosi 

Anticamente lo sguardo si posava sulla superficie del corpo il colore della pelle la sclera degli occhi i pomelli rossi poi si è cominciato a guardare dentro il corpo, e stato necessario cominciare a aprire i cadaveri e cercare la corrispondenza dei sintomi esterni con una lesione interna ben visibile.

 Cosi è "nata" la polmonite per esempio, quando ai sintomi febbre tosse difficoltà a respirare sudorazione si è trovata una immagine precisa nel polmone non si leggeva più sul corpo esterno: le lesioni che si confermavano all’apertura dei cadaveri. 

Siamo nell’ottocento: l’apertura dei cadaveri permette di confermare quello che poteva essere visto o percepito all’esterno con un quadro che vien chiamato da allora anatomopatologico.

Guardando poi ancora più dentro con microscopio, con la microscopia elettronica si può anche trovare il virus, il batterio, le molecole… le citochine, i TnF i macrofagi, che sono un po’ delle cellule con compito di spazzino.

Mi ricordo che per riconoscerli quando ero giovane apprendista ricercatrice al Mario Negri davo da mangiare ai macrofagi un po’ di particelle di carbone, i macrofagi la mangiavano, spazzavano tutti i detriti  e apparivano al microscopio con tanti puntini neri come se avessero preso una varicella a pois neri. E così potevo riconoscerli.

Ora,  vedere le lesioni non tiene conto però che siamo fatti di tempo oltre che di spazio i cinesi facevano attenzione alla velocità del polso e dei battiti del cuore, il tipo di polso cioè di ampiezze e di frequenze del flusso di sangue , conoscevano ore precise per mettere gli aghi 

Ippocrate chiedeva quando comparivano i sintomi, dava delle ore precise per assumere i farmaci    e persino le stagioni andavano prese in conto l’oscillazione il rapporto tra quelle che vallora enivano chiamati elementi (cn nomi filosofici come aria acqua fuoco, terra …) rinviavano un’idea di corpo come rapporto come armonia e non solo come uno spazio rimisurabile e visibile 

Perché nel polmone si crei quella determinata lesione che chiamiamo polmonite e che vediamo alla radiografia, meglio alla risonanza, meglio al microscopio, quella lesione che vediamo nel cadavere o nelle biopsie, insomma perché nel polmone si crei quella determinata polmonite occorre che nella persona reale si sia prodotto qualcosa nel tempo, un fenomeno nel tempo, una coincidenza di tempi che ha permesso al virus o al batterio o all’ agente tossico di incontrarsi con un sistema immunitario in una certa fase, con delle cellule in una certa fase e cosi  scatenare una risposta coordinata fra tutte le altre cellule, a partire dall’intestino, il famoso microbiota cioè  i batteri che abitano l’intestino e che controllano la risposta immunitaria - agli organi deputati a produrre le cellule che fabbricano una risposta immunitaria milza linfonodi midollo devono tutti aver cooperato alla produzione di una risposta che ha permesso la polmonite

E se vi dicessi che la milza, i linfonodi che producono e organizzano le cellule che ci difendono da virus e batteri sono sotto controllo del sistema nervoso? Che sanno se siamo felici oppure no? E che hanno ritmi in fase con il sonno?

E se vi dicessi che le cellule che ci devono difendere dai batteri e che pattugliano il sangue hanno un ritmo giornaliero, cioè a delle ore sono più attive che in altre?

Un esempio Un esperimento

Il vaccino dell’influenza è stato somministrato a due gruppi di studenti in medicina in perfetta buona salute e di ottimo umore, un gruppo è andato a casa e un gruppo è rimasto in laboratorio ma è stato impedito loro di dormire per tutta la notte poi sono andati a casa immaginiamo che abbiano tranquillamente recuperato il sonno perduto. 

Testati a distanza, il gruppo che aveva potuto dormire la prima notte dopo la somministrazione del vaccino aveva sviluppato come previsto gli anticorpi contro l’influenza cioè il vaccino è risultato utile.

Il secondo gruppo che non ha dormito la notte seguente alla vaccinazione non le ha prodotti il vaccino è stato inutile.


giovedì 21 gennaio 2021

Aiutiamo il sistema immunitario. Cominciamo a vedere come (per battere il Covid-19)

Da Pixabay

La nozione del terreno - Strategia 2

Continua dal post "Dormire fa male al virus del Covid e bene a noi (L'esito della battaglia dipende anche dai nostri comportamenti)"

Il sistema immunitario è legato al cervello. È informato del nostro stato di buonumore, alcuni tipi di globuli bianchi hanno i recettori per le endorfine e sanno esattamente se siamo contenti o no. 

Inoltre ci sono migliaia di messaggeri chimici e almeno 62 cellule diverse coinvolte nel sistema immunitario, ognuna che sente i minimi cambiamenti chimici e (ma in tempi diversi o in diverse localizzazioni) risponde spesso in modo differente allo stesso stimolo. 

Gli organi dove viene fabbricata la risposta immunitaria (milza, midollo osseo e linfonodi) dove crescono le cellule immunitarie e si differenziano, sono innervati cioè controllati dal sistema nervoso  involontario vegetativo, informati dell’ora del giorno e della notte e stimolati o frenati da quelle che chiamiamo la situazioni di stress attraverso anche un ormone da stress che è il cortisolo 

Insomma è veramente un sistema complesso

Vi rinvio a un prossimo post su questo blog ma detto in parole semplici possiamo dire  che la felicità migliora la risposta immunitaria.

Certo,  la felicità di cui si parla non è la felicità magica dell’innamoramento raro o del giorno della vittoria della propria squadra o della laurea, per fortuna ci sono anche questi momenti magici ma la felicità  è più un tono di fondo, di pace diremmo noi, di coerenza tra sé e gli  altri e il mondo.

Immaginate di fare un respiro profondo e di sentirvi in pace con il creato e amati, che non c’è nulla che vi manca (come diceva santa Teresa “Dio mi basta”), oppure pensate a  san Francesco quando parlava di perfetta letizia che comprendeva la sofferenza ma non si fermava su di essa ) 

Ecco questo stato migliora le difese immunitarie ed oggi si comincia studiare gli effetti che la meditazione, la preghiera e il canto corale religioso producono persino sul sistema immunitario.

C’è poi un modo semplice a disposizione di tutti: il movimento, fare sport, correre, saltare innalza il livello delle endorfine e ci rende meno vulnerabili alle infezioni 

Infine c’è la nutrizione. “Siamo ciò che mangiamo”, dicevano gli antichi, ma cosa mangiare? Su un prossimo blog parleremo dei cibi raccomandati, ma anticipiamo che alcune vitamine sono essenziali, al punto che vengono raccomandate come la vitamina C e la vitamina D.

Poi resta il fatto che quel che mangiamo dipende dall’ora e non ha lo stesso effetto in momenti diversi

E non dimentichiamo che quello che mangiamo viene gestito e preselezionato e reso inusabile, o al contrario messo in situazione da poter essere subito assimilato dal microbiota intestinale, cioè dai miliardi di esseri che abitano il nostro intestino, che decidono cosa vogliamo mangiare e persino del nostro umore. Non si tratta di ingurgitare scatole di fermenti lattici non ben identificati per salvare la situazione, ma occorre un lavoro di squadra tra il cibo fornito al momento giusto e i nostri commensali intestinali.

Nell’alimentazione la cosa peggiore sono i dolci ma chi di noi in un periodo di ansia (indotta dalla situazione di paura per le infezioni paura per i propri cari, tensioni, paura della situazione economica, paura per il lavoro…) non indulge a un cioccolatino, un bignè alla crema, una torta fatta in casa? Mai come durante il lockdown i dolci sono stati importanti… e poi, una sigaretta diventa difficile negarsela.

Insomma possiamo riprenderci in mano la nostra salute almeno in parte certo ma questa piccola parte rappresenta moltissimo in termini di salute. 

Di questo i media parlano poco. Sembra che ci sia anche un programma di smantellamento delle nostre idee: non fare sport e non andare in montagna anche solo camminare nei boschi. Non ho ancor sentito una raccomandazione in questo senso, ma ho sentito tanto: non uscite di casa, non potete spostarvi. Ma se vivete in appartamento a Milano come fate a fare camminate senza spostarvi?

La sera bisognerebbe stare senza tv, smartphone,  computer. Invece il coprifuoco costringe la gente a stare la sera in solitudine o con i familiari davanti a tv, computer, tablet, smartphone. Non ho sentito nessuno dire uscite a passeggiare sotto le stelle (“uscite la sera a contemplar le stelle”). Ammesso che le luci e lo smog urbano vi permettano di vederle. Mentre abbiamo sentito: non uscite dopo una certa ora!